Il volume affronta il delicato equilibrio tra l'intelligenza Artificiale (IA) e il "senso del Noi", sottolineando come questa nuova era tecnologica presenti sia opportunità che rischi.
L'IA, in particolare modelli conversazionali come ChatGPT, può semplificare l'accesso alle informazioni e offrire nuove modalità di interazione sociale.
Tuttavia, si profila anche la minaccia di una ulteriore erosione dei meccanismi neurobiologici che sono alla base delle connessioni umane autentiche.
Sebbene ChatGPT dimostri incredibili capacità nell'elaborazione del linguaggio, Riva evidenzia come non possieda una vera comprensione del mondo e delle emozioni. Le sue risposte, generate da algoritmi statistici, mancano di intenzionalità comunicativa e di un'esperienza corporea, elementi essenziali per il senso del Noi.
In particolare il libro distingue tra conoscenza, la capacità di rispondere a domande, e comprensione, la capacità di formulare le domande giuste.
ChatGPT eccelle nella prima, mentre l'essere umano si distingue per la seconda. La comprensione umana affonda le sue radici nell'esperienza vissuta, nell'empatia e nella ricerca di senso, elementi assenti in ChatGPT.
L'analisi del volume sul rapporto tra intelligenza artificiale e "senso del Noi" mette in luce un rischio critico: l'illusione di connessione.
ChatGPT, e altri modelli conversazionali simili, sono in grado di simulare esperienze relazionali in modo incredibilmente realistico. Per chi si trova in uno stato di solitudine, questa simulazione può facilmente trasformarsi in un'illusione di avere un vero amico o partner, con il quale si condivide un legame profondo e autentico.
Il problema principale è che questa illusione di connessione non può sostituire i reali benefici della modalità-Noi. Le interazioni con un chatbot, per quanto sofisticate, mancano degli elementi essenziali che creano un vero "senso del Noi".
L'illusione di connessione generata da ChatGPT rischia quindi di avere un duplice effetto negativo:
Aggravare la solitudine: invece di spingere la persona a cercare connessioni reali, la illude di averle già trovate, intrappolandola in una bolla di interazioni artificiali
Ostacolare la costruzione di relazioni autentiche: l'abitudine a interazioni "perfette" e prive di conflitti con un chatbot può rendere la persona meno capace di gestire le complessità delle relazioni reali, portando a un'atrofia delle sue competenze sociali ed emotive.