Oxford ha nominato come parola dell'anno 2024 il termine «Brain Rot» (Cervello Marcio): un termine che descrive il deterioramento mentale o intellettuale causato dall'eccessivo consumo di contenuti online banali e poco stimolanti.
Questa scelta riflette le preoccupazioni di esperti come Jonathan Haidt, che nel suo ultimo libro "La Generazione Ansiosa. Come i Social hanno rovinato i nostri figli", sostiene che social media e smartphone stiano “riconfigurando” (rewiring) il cervello dei giovani in modo dannoso.
Secondo Haidt, l’uso intensivo delle tecnologie digitali è responsabile di una crescente crisi di salute mentale tra i giovani, contribuendo a problemi come deprivazione del sonno, frammentazione dell'attenzione, dipendenza, solitudine e perfezionismo.
Il volume propone una prospettiva alternativa, basata sulle neuroscienze sociali e cognitive. Secondo l'autore i media digitali, anziché causare direttamente problemi di salute mentale, stanno erodendo il "senso del Noi", ovvero quel senso di appartenenza e identità condivisa radicato a livello neurobiologico. Con effetti immediatamente visibili sulla qualità delle relazioni sia all'interno della famiglia, che all'interno dei gruppi significativi.
Il libro spiega come i social media, pur offrendo nuove opportunità di connessione, non riescano a replicare le dinamiche relazionali che permettono la costruzione di un "senso del Noi" autentico.
Tuttavia il volume non demonizza la tecnologia, ma invita a usarla con consapevolezza e a bilanciare le esperienze digitali con quelle reali, per preservare e coltivare quel senso di appartenenza che è alla base del nostro benessere e della nostra capacità di costruire un futuro migliore insieme.
Qui le indicazioni del ministero della salute americano per ridurre la solitudine e sostenere le relazioni faccia a faccia.